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Come funziona e cosa dimostra il test a nebbia salina

Test a nebbia salina: come funziona e cosa funziona

I rivestimenti metallici sono tutti soggetti all’azione degli agenti esterni (come, ad esempio, il trascorrere del tempo e le condizioni climatiche) e all’ossidazione. Che si tratti di un’automobile, elementi di decoro o componenti all’interno di impalcature e macchinari, sappiamo bene che alla lunga il loro ciclo di vita potrebbe essere compromesso. La causa non è solo la pioggia (nonostante sia di sicuro uno dei maggiori imputati). Anche il sole, il vento e il semplice trascorrere del tempo possono alterare le superfici metalliche e i loro rivestimenti. Ed è proprio qui che il test a nebbia salina può venire in soccorso. Scopriamo di cosa si tratta e come si effettua una prova di corrosione in nebbia salina.

Cos’è e a cosa serve

Il test a nebbia salina è un test universale che viene effettuato sulle superfici metalliche, proprio per valutarne la durata e la resistenza a determinati agenti di rischio. Utilizzato nei test di controllo della qualità, il test di nebbia salina (o anche NSS – Neutral Salt Spray) serve a verificare il mantenimento delle qualità di una superficie metallica, se sottoposta a determinate condizioni. La prova segue precise normative ISO Europee e Internazionali, come la ISO 9227:2017 e la ASTM B117, e può richiedere diverse ore di test, a seconda del materiale testato. 

Tra i motivi che portano a effettuare un test simile possiamo trovare la necessità di:

  • testare la resistenza di un prodotto ai processi di corrosione;
  • verificare che il prodotto rispetti le norme in materia.

Ma come si effettua?

Prova di corrosione in nebbia salina: come si svolge

Dal punto di vista operativo, la prova di corrosione in nebbia salina si effettua collocando il materiale da testare in un’apposita camera, dove verrà rilasciata una soluzione salina vaporizzata (5% NaCl) a una temperatura di 35°C, per un tempo che varia a seconda del test richiesto e dalla specifica resistenza alla corrosione del rivestimento. Sottoporre un materiale a un simile trattamento evidenzierà le stesse eventuali alterazioni che subirebbe se esposto all’aria aperta per lungo tempo.

La comparsa di ossidi, ovvero i segni della corrosione, viene valutata nel tempo: più il materiale resiste e risulta inalterato, maggiore è la sua resistenza alla corrosione. In caso invece di corrosioni evidenti in un breve lasso di tempo si può valutare il bisogno di rivestire ulteriormente il materiale, per proteggerlo dagli eventi atmosferici. Questo ulteriore rivestimento verrà poi a sua volta testato. 

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I risultati del test NSS sono generalmente indicati con il numero di ore senza la comparsa di elementi di corrosione (ad esempio 680 h in NSS secondo ISO9227). Esistono poi altre soluzioni come l’acido acetico (ASS test) e l’acido acetico con cloruro di rame (test CASS), che sono utili per valutare rivestimenti decorativi come il rame elettrolitico, il nichel-cromo-rame o l’alluminio anodizzato.

La linea di processi Tecnochimica dedicata al settore anti-corrosion può garantire una resistenza in NSS che varia da 24 a 1000 ore prima dell’intacco del metallo base.

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