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Cromo esavalente: ecco le alternative più performanti

Le alternative al cromo esavalente: il cromo trivalente

Esistono alternative valide al cromo esavalente? Innanzitutto inquadriamo meglio il tema. Il cromo (Cr), è un elemento chimico, ottenuto per la prima volta nella sua composizione pura nel 1797, riscaldando ossido di cromo dal piombo rosso di Siberia. Deve il suo nome alla variegatura dei colori dei suoi composti; infatti, in greco il termine chromos significa proprio colore. Non è un elemento facilmente reperibile in natura, rappresentando soltanto lo 0,02% della composizione della crosta terrestre, e le sue forme più stabili sono il cromo trivalente (cromo III) e il cromo esavalente (cromo VI).

Dopo essere stato esclusivamente oggetto di studio nei laboratori di chimica e di fisica, il suo utilizzo nell’industria vede gli albori nella prima metà del ’900, grazie ai progressi tecnologici.

Da quel momento in poi il cromo, e in particolare il cromo esavalente, è stato ampiamente impiegato soprattutto nella fabbricazione di rivestimenti metallici, per conferire ai prodotti maggiore resistenza alla corrosione.

Ora veniamo al punto, dunque, perché cercare alternative al cromo esavalente? E, soprattutto, quali sono? Scopriamolo.

Il cromo esavalente: perché cercare alternative

La ricerca di alternative al cromo esavalente (o acido cromico) è giustificata dal fatto che, ormai dal 2013, è stato inserito dall’Unione Europea all’interno dell’Allegato XIV del Regolamento REACH, visto che si tratta di una sostanza mutagena e cancerogena. Questo, al momento, non significa che l’utilizzo del cromo esavalente sia vietato in senso assoluto, ma che per utilizzarlo in determinati contesti bisogna avere un’autorizzazione specifica da parte della Commissione Europea che stabilisce come e in che misura poterlo fare.

Approfondisci qui i limiti di legge dell’uso del cromo esavalente

Nello specifico, ad oggi, non si sa se sarà permesso il suo utilizzo per la cromatura funzionale per scopi decorativi, per il quale si è in attesa del verdetto della Commissione Europea. Nel caso non si decida di autorizzare questo utilizzo sarà necessario procedere all’implementazione di un’alternativa al cromo esavalente in ambito decorativo, che fortunatamente esiste ed è altrettanto valida.

Cromo trivalente: cos’è ed eventuale pericolosità

Questa alternativa è la cromatura trivalente, che si basa sull’utilizzo del cromo trivalente, che non è cancerogeno. In buona sostanza, tra cromo trivalente ed esavalente c’è una enorme differenza in termini di impatto sulla salute umana. 

In ambito decorativo, la cromatura con cromo trivalente offre dei risultati estetici e di resistenza molto simili a quello di un plating di cromo VI, ma con bagni differenti a seconda delle proprie necessità. Grazie a prodotti e soluzioni all’avanguardia, noi di Tecnochimica abbiamo formulato e sperimentato diverse tipologie di bagni per rispondere a tutte le esigenze. Si tratta di TriCOLTM e TriGREEN, alternative al cromo esavalente estremamente performanti, che vanno nella direzione richiesta dalla maggior parte dei player sul mercato. Per ottenere un aspetto molto simile al Cr VI, per esempio, abbiamo studiato TriGREEN, il bagno di cromo trivalente a base solfati, con cui è possibile ottenere depositi paragonabili perfettamente alle performance del cromo VI ma con il vantaggio (oltre quello dell’impatto sulla salute) di avere una maggiore copertura e distribuzione a bassa densità di corrente.

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TriCOLTM: cromatura trivalente misto cloruri/solfati per un’estetica perfetta

TriCOLTM è un processo di cromatura trivalente misto cloruri/solfati che garantisce risultati in termini di resistenza alla corrosione ed aspetto estetico paragonabili al plating tradizionale, permettendo una finitura uniforme a tutte le densità di corrente. Abbiamo sviluppato questo prodotto in collaborazione con la Columbia Chemical e il risultato è una formulazione innovativa e performante che permette la lavorazione anche ad elevate densità di corrente e che, utilizzando anodi in grafite, evita bruciature e consente una elevate velocità di deposito. 

Questa alternativa al cromo VI abbatte in maniera concreta i costi per il trattamento di depurazione delle acque di scarico e permette anche di ottenere un plating nero ugualmente resistente alla corrosione.

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In conclusione, l’alternativa performante e più sicura al cromo esavalente è già una realtà concreta, ma è necessario affidarsi a produttori seri ed esperti per non farsi trovare impreparati a questo cambiamento necessario.